Il percorso creativo

Una poesia malinconica, che rifletteva la mia visione del mondo di allora, che mi si negava, perché troppo grande per me, troppo piccolo e insignificante. In alcune composizioni c'era un certo lirismo liberatorio che mi consentiva di uscire dallo spazio stretto della mente, immaginando luoghi e situazioni ed emozioni altre e piacevoli. Percorrendo però questa strada arrivai alla depressione vera e propria, a quel punto oltre a scrivere pochissimo, il contenuto era incomprensibile perché rappresentava uno sfogo alla mia condizione.

Nel giro di un paio d'anni, recupero il mio equilibrio psicofisico e, grazie anche alla frequentazione di un gruppo di amici particolari, mi accosto a scritti dal contenuto esoterico e magico. Scopro così che c'era qualcosa oltre quello che la mia mente percepiva, un lampo che squarcia il buio. Avevo trovato quello che cercavo. Nel mio modo di fare poesia accade una svolta decisiva, diventa meno tradizionale, scompaiono le rime e lo stile descrittivo, compare una intimità e una riflessione interiore molto simile all'ermetismo. In quel periodo cominciano anche i primi innamoramenti e i primi sentimenti forti, prende forma l'ideale di donna e a partire dal 75 lo stile è decisamente intimistico. Nasce nel 1975 la raccolta Momenti Vivi, che ha come filo conduttore una visione del mondo attraverso il filtro dell'interiorità e della nuova visione del mondo che sta emergendo dentro di me. Tutta la raccolta ruota intorno ad una figura femminile, vissuta però più come archetipo che come persona fisica, anche se la fonte di ispirazione è una ragazza conosciuta all'interno del gruppo e che mi suscitava una serie di emozioni e di sentimenti che però sublimavo.....Altra svolta nel '77, parto per il servizio militare, lasciando il gruppo che non si sarebbe più ricomposto, divenni consapevole che era finito il periodo delle prime sperimentazioni, del provare a osare l'inosabile e a vivere dinamiche interpersonali improntate alla ricerca e alla sperimentazione, in realtà tutto si era fermato alla sola intenzione, un'anteprima solo abbozzato di lavoro a specchio.


Lo stile poetico risente ovviamente di questa svolta, infatti la raccolta di questo periodo la chiamo "I Veli di Maya" (1976), poesie brevissime, ermetiche, introspettive che a tratti si espandono di nuovo, e all'improvviso, nel lirismo più estremo soprattutto quelle legate all'esperienza della naia. Nelle intenzioni volevo strappare il velo di illusione che fino a quel momento aveva nascosto il contatto con la realtà, emergono concetti e stati d'animo che si staccano dallo stile tradizionale e i termini utilizzati assumono sfumature iniziatiche. Sono però conati creativi istintivi, inconsci, dovuti più all'approccio con lettura impegnativa e al pensiero filosofico orientale, piuttosto che a percorsi esperenziali.

Terminato il servizio di leva, però, per la cocente delusione patita dal prendere atto che il gruppo di amici si era sciolto, e che ognuno aveva preso la sua strada, anche quelli che sembravano più convinti di tentare "qualcosa di diverso" o "strade alternative", mi isolai volontariamente e iniziai a praticare lo yoga, lo feci da solo, consultando un testo. Un sorta di ritiro ascetico, quella è stata la prima autentica esperienza sperimentale di attenzione verso me stesso e il mio corpo, mi scrutai dentro iniziando un percorso di sperimentazione e di ricerca che prosegue tutt'ora. Qualche anno prima avevo praticato per due anni arti marziali. E' di questo periodo la raccolta "L'Ultima Epoca" e "Narrando il Reale", quest'ultima brevissima (1978), lo stile, qui, ritorna descrittivo e a tratti lirico malinconico: ricordi, luoghi, persone che avevano rappresentato momenti interiori forti di mutamento, ritornano ad essere presenti, vive, suscitando rimpianto, malinconia, delusione. Sullo sfondo la netta sensazione che un periodo della mia vita era al capolinea e che era in atto un cambiamento radicale, che mi portava ad osservare le cose in modo più disincantato e una visione interiore più serena.

Superata la fase della scoperta della solitudine e della nuda identità, era giunto il momento di sperimentare la polarizzazione femminile come altro da se. Tutto il periodo successivo al rientro dal servizio militare, dopo la delusione del mancato percorso di gruppo e la scelta di lavorare su di me fa emergere un'attitudine contemplativa e l'accettazione della necessità di trasformare quel messaggio apparentemente negativo in qualcosa di costruttivo per me stesso; l'effetto di questi tentativi ha riscontro nelle due raccolte di poesie che, non a caso, s'intitolano "Trasfigurazione" (1978/79) e "Ridiscendo il Monte Tabor" (1979). La poesia si fa quasi metafisica, c'è ancora qualche eco malinconica ma non è predominante, il linguaggio comincia a diventare più complesso, certi passaggi appaiono decisamente meditativi e vengono rivisitati molti momenti del "passato", con un orientamento interpretativo più consapevole.

Di lì a qualche mese avrei conosciuto la persona che sarebbe poi diventata la mia compagna di vita. Il passaggio dalla polarizzazione con l'elemento femminile da interiore ad esteriore, non è del tutto indolore. La dimensione femminile che mi aveva accompagnato fino a quel momento era scaturita da tutta la tensione accumulata nel tentativo di dare corpo ad un percorso alternativo, che mi aveva poi portato a quintessenziare la figura della donna come controparte interiore di me. Diventava ora necessario quindi collocare all'esterno questa figura. Il passaggio, per così dire, del "testimone" tra la donna interna e quella esterna è descritto in modo evidente e sofferto nella raccolta del 1980 "L'Età della Ragione", il passaggio emozionale dell'abbandono della figura femminile interiore che avviene non senza rimpianto, per la pressione dei ricordi, dei rimpianti e dei desideri inappagati, appare ancora più doloroso e liricamente struggente nella raccolta successiva che è "Il Canto delle Terra" (1981), dove emerge e si espande, non senza fatica, la nuova figura femminile esteriore.

Il culmine di questo passaggio tra le due figure avviene nella raccolta Il Volto dell'Anima (1983), i contenuti non mutano rispetto a quelle precedenti rispetto allo stile tuttavia ora si avverte chiaramente il distacco definitivo dal "passato" che lascia il posto ad un nuovo spazio, per ora, ancora occupato da riflessioni e proiezioni mentali di maniera e legati a schemi tradizionali. Anche se la caduta di "tensione", rende i contenuti decisamente più sereni e tranquilli, in sostanza la visione del "futuro" è meno tormentata e incerta.

Allo stesso tempo però si preannuncia, soprattutto nelle ultime poesie della raccolta "Il Volto dell'Anima" il distacco dalle proprie radici, che avverrà alla fine dell'83, poiché mi trasferisco al Nord per lavoro.

Per la prima volta lasciavo il mio paese e uscivo dalla campana di vetro sotto la quale ero stato tenuto dalla famiglia.

Un vero e proprio trauma, uno sradicamento doloroso ma al contempo eccitante. Per la prima volta mi trovavo da solo di fronte agli eventi e alle scelte di vita; un'assunzione di responsabilità improvvisa e totale. Parto da solo e l'impatto è sconvolgente, sono quasi tentato di rinunciare. Mi fa da sostegno la certezza che insieme a me avrebbe condiviso l'avventura un'altra persona con la quale avevo ora un legame forte e aperto a tutte le esperienze (questa perlomeno era la sensazione, allora, poi con gli anni le cose sarebbero cambiate), il fatto di avere una casa e la mia prima auto personale mi diedero lo slancio necessario per accettare la sfida. Da quel momento in poi la sensazione divenne mano a mano sempre più "adrenalinica". Un misto di timore e ardimento, paura e impavidità, mi si apriva davanti una dimensione piacevolmente ignota ed eccitante, una sfida che attendevo da tempo.

La Nuova Vita (1983/85) che è la raccolta che richiama questa nuova condizione, si apre con un ultimo addio al passato e prosegue con un lirismo descrittivo ampio e disteso del presente, c'è la comparazione tra le emozioni suscitate dai posti nuovi e quelle legate ai posti dove avevo vissuto per tanti anni. Nasce un nuovo stile, avverto una maggiore presenza e l'osservazione diventa più oggettiva, le emozioni le vivo in maniera dirette non più filtrate dai rimpianti e dai desideri. A tratti ritornano emozioni collegate al passato ma sono ultime sfumature di un colore che lentamente sbiadisce e perde sempre più di consistenza.

Questa raccolta e in parte quella successiva che comprende la produzione fino al 1998, coprono l'intero arco della mia permanenza nella prima sede di lavoro (per cinque anni anni dal novembre dell''83 fino al maggio 1988 ho vissuto e lavorato a Cuneo). Nel frattempo la mia compagna mi raggiunge lì ed inizia la vita a due, il contenuto delle poesie rispecchia questo nuova condizione, la poesia ridiventa descrittiva, stimolata dai posti nuovi e completamente diversi da quelli della mia infanzia e adolescenza e dalla sensazione di condivisione della realtà che rende più equilibrata e neutra, l'esperienza emotiva.

Qui apro una parentesi di riflessione per quel che riguarda il mio percorso di vita, in quel periodo vivere in coppia consentiva di appoggiarsi l'un l'altro per affrontare i problemi della vita e la condivisione aumentava l'intensità della bellezza delle esperienze che si vivevano. Tuttavia, ma questo non potevamo saperlo, stavamo lavorando a specchio ma non rimandandoci reciprocamente la propria essenza, ma per orientare e concentrare poi gli sforzi verso un punto terzo, costituito dalla vita di tutti i giorni e per realizzare quello che eravamo stati chiamati a fare ossia "creare il proprio futuro" "avere un lavoro" "metter su casa", "fare l'amore", "avere dei figli" e così via...tutto questo però condizionato da un atteggiamento sostanzialmente replicativo e imitativo, ma non consapevole. Non posso negare a posteriori e alla luce dell'attuale livello si consapevolezza che i primi tempi esisteva un margine per vivere in maniera totale lo stare insieme e che la sensazione di gioia ed eccitazione che al contempo si provava erano segnali indicatori di una condizione che era altra dalla realtà contingente e che anzi consentiva di affrontare quest'ultima in modo più equilibrato e autentico. Quella fase del mio percorso va detto che è forse la più interessante dal punto di vista della scoperta e della sperimentazione di vita, ricordo momenti molto intensi sia nel rapporto di coppia che nelle esperienze sul lavoro e nella vita in generale. I lunghi viaggi per tornare in famiglia, all'inizio in treno, poi in auto. I panini preparati per la trasferta e consumati a volte senza neanche fermarci ma direttamente in auto e tanta musica, cassette (all'epoca i cd stavano appena uscendo) e "radio libere" sintonizzate da un'autoradio molto economica. Momenti belli, di grande condivisione, un'avventura vissuta a volte anche cantando e con una grande sensazione di forza e di unione. Questo stato d'animo si rispecchiava nei miei versi, anche se in quegli anni del fare, l'ispirazione era rallentata, non c'era l'intensità degli anni precedenti, lo stile era meno ermetico ed intimistico e più accessibile e comprensibile anche da chi non viveva necessariamente lo stesso stato d'animo. Proprio questa sperimentazione a due, la polarizzazione dell'interesse verso la vita di tutti i giorni, le esperienze vissute insieme, l'intensità di questo nuovo modo di vivere, mi prese totalmente e per questo motivo si inaridì la vena poetica, l'attenzione era tutta verso la concretezza e la creatività fisica. Il numero di poesie della raccolta La Nuova Vita sono infatti poche in proporzione agli anni trascorsi.

Questa flessione risulta ancora più evidente dal 1998 in poi. Poche le poesie pensate e pochissime quelle scritte. La scoperta di luoghi nuovi e il coinvolgimento in altri impegni ed interessi, frenano la creatività interiore. A partire dal 2000, inizia quello che definisco il percorso della riscoperta del se. Un'attenzione particolare per il corpo e per le sue energie, per sei anni pratico arti marziali, tai chi e shaolin chuan, quest'attività mi prende totalmente e tutta la concentrazione è rivolta alla riscoperta del corpo e delle sue capacità energetiche. Nel 2005 invece, accade qualcosa che produrrà una nuova svolta e mi riporterà a capofitto nella produttività poetica con grande vigore e con un modo di elaborare il contenuto poetico in modo, bizzarro, istrionico in certi momenti anche irriverente e blasfemo. Una relazione passionale, bruciante anche se brevissima, mette in crisi tutti gli schemi ai quali avevo fatto riferimento fino ad allora. A questo "risveglio" coincide la scoperta dell'energia del corpo con la pratica di Qi Qong e di Yoga Kundalini, che mi consente di osservare per la prima volta un elemento fino ad allora sconosciuto l'energia e osservarmi come testimone per tutto ciò che stavo facendo.

Questo percorso verso la consapevolezza e la riscoperta di se riceve ulteriore vigore dalla pratica del Tantra che inizio nel 2007 e tuttora continua. Questa porta che si spalanca sul se coincide, come detto con una produzione poetica dirompente e torrenziale. La prima di queste nuove raccolte del nuovo ciclo è Il "Canto di Kali" un inno e una rilettura in chiave lirico-erotico-mistica dell'esperienza cui ho accennato sopra. Fanno parte dello stesso periodo "Le poesie proibite", che narrano gli stati d'animo e le sensazioni più intime di quel periodo.

Il ritrovato senso del corpo e l'inizio della sperimentazione di una dimensione di me più profonda e sconosciuta mi portano a una produzione poetica, come detto, dissacrante, scoppiettante, con un uso di neologismi e di giochi di parole che vengono a galla in modo istintivo e spontaneo, non sono affatto pensate. Sono di questo periodo che va dal 2006 al 2009 le raccolte "Tempi nuovi"; "Il Vuoto"; le già citate "Poesie proibite"; "Involuzione"; "Il ditale di vetro" questa raccolta segna una svolta importante nel modo di elaborare la poesia che acquista quelle particolarità accennate più su, particolarità che la differenzia totalmente da quella dei periodi precedenti; "Dentro il passato"; "Sintesi"; "Vuoti a perdere"; "Solve et coagula"; "Senso". Nel 2009 prima di una nuova, ulteriore sterzata nei contenuti e nel modo di esprimere la propria vena creativa, la raccolta "Frammenti" che poi viene rielaborata in "Frammenti ricomposti 1 e 2". Dopo aver varcato questo confine, arriva l'ultima raccolta che inizia alla fine del 2009 e che dura tuttora "Il percorso" qui l'influenza del percorso tantrico e del lavoro nella dimensione interiore è evidente, si alternano momenti di riflessione e meditazione ad altre di vere e proprie evocazioni di stati interiori e di figure, quasi sempre femminili, riflessi di parti di me che mano a mano vado a scoprire.

A distanza di molti anni dalla loro stesura alcune poesie delle raccolte già pubblicate su queste pagine, sono state recuperate, stando attenti a non alterare il contenuto e il senso delle stesse. Questo lavoro di recupero che riguarda poesie delle primissime raccolte che per vari motivi erano state escluse, si è reso necessario alla luce della nuova visione del contenuto poetico della realtà e del percorso di consapevolezza che intanto su altri versanti si è andato sviluppando, ridonando a certe strofe un senso che al momento della stesura non sembravano avere, una suggestione nascosta che si svela solo in questo momento del percorso di vita. E' quindi con grande piacere che pubblico queste piccole perle che vanno a completare il mosaico già di per se ricco.

Questa flessione risulta ancora più evidente dal 1998 in poi. Poche le poesie pensate e pochissime quelle scritte. La scoperta di luoghi nuovi e il coinvolgimento in altri impegni ed interessi, frenano la creatività interiore. A partire dal 2000, inizia quello che definisco il percorso della riscoperta del se. Un'attenzione particolare per il corpo e per le sue energie, per sei anni pratico arti marziali, tai chi e shaolin chuan, quest'attività mi prende totalmente e tutta la concentrazione è rivolta alla riscoperta del corpo e delle sue capacità energetiche. Nel 2005 invece, accade qualcosa che produrrà una nuova svolta e mi riporterà a capofitto nella produttività poetica con grande vigore e con un modo di elaborare il contenuto poetico in modo, bizzarro, istrionico in certi momenti anche irriverente e blasfemo. Una relazione passionale, bruciante anche se brevissima, mette in crisi tutti gli schemi ai quali avevo fatto riferimento fino ad allora. A questo "risveglio" coincide la scoperta dell'energia del corpo con la pratica di Qi Qong e di Yoga Kundalini, che mi consente di osservare per la prima volta un elemento fino ad allora sconosciuto l'energia e osservarmi come testimone per tutto ciò che stavo facendo.

Questo percorso verso la consapevolezza e la riscoperta di se riceve ulteriore vigore dalla pratica del Tantra che inizio nel 2007 e tuttora continua. Questa porta che si spalanca sul se coincide, come detto con una produzione poetica dirompente e torrenziale. La prima di queste nuove raccolte del nuovo ciclo è Il "Canto di Kali" un inno e una rilettura in chiave lirico-erotico-mistica dell'esperienza cui ho accennato sopra. Fanno parte dello stesso periodo "Le poesie proibite", che narrano gli stati d'animo e le sensazioni più intime di quel periodo.


A distanza di molti anni dalla loro stesura alcune poesie delle raccolte già pubblicate su queste pagine, sono state recuperate, stando attenti a non alterare il contenuto e il senso delle stesse. Questo lavoro di recupero che riguarda poesie delle primissime raccolte che per vari motivi erano state escluse, si è reso necessario alla luce della nuova visione del contenuto poetico della realtà e del percorso di consapevolezza che intanto su altri versanti si è andato sviluppando, ridonando a certe strofe un senso che al momento della stesura non sembravano avere, una suggestione nascosta che si svela solo in questo momento del percorso di vita. E' quindi con grande piacere che pubblico queste piccole perle che vanno a completare il mosaico già di per se ricco.

In tempi recentissimi sono andato a riprendere i vecchi file di poesie archiviati da anni. Ho pensato di pubblicarne quelle più significative e attuali. Ho iniziato con la raccolta "I Veli di Maya" del 1977 e via, via proseguirò negli anni fino a quelle più recenti. E' tempo che anche le composizioni che ritenevo secondarie siano portate alla luce e lette da tutti. E' soprattutto un modo di per farmele rileggere attraverso "gli altri", alla luce delle ultime esperienze di questi ultimi anni che mi hanno reso consapevole della compresenza emotiva e spirituale delle proprie espressioni interiori. Dal 2013 la vena poetica si attenua fino a scomparire del tutto, è il periodo di più intensa attività con il gruppo di meditazione che si protrae fino al 2017. Una ripresa dell'ispirazione avviene sporadicamente nel 2021 e nel 2022, con queste ultime poesie, la cui raccolta è Nuove rime, arriviamo al 2023.